Durante aprile dello scorso anno, la foto di una modella sconosciuta ma non per questo meno attraente ha catturato le menti degli utenti di Instagram e spinto le persone a cercare qualsiasi informazione sul suo background in ogni luogo. Il suo nome è Shudu e ha scatenato passioni tra i follower. Chi è? Com’è riuscita a personificare una così fantastica combinazione di bellezza interiore ed esteriore?
Dando un feedback a tutta l’attenzione ricevuta dagli utenti, è divenuta ancora più popolare. Precedentemente durante l’anno, la sua foto Instagram in cui si esibiva con il rossetto di Rihanna Fenty è diventata virale, ed ora il numero di follower di Shudu supera i 100 000 – @shudu.gram.
La pubblicazione Harper’s Bazaar ha dipanato ogni dubbio e risposto a tutte le domande: tutti hanno quindi scoperto che Shudu è, di fatto, il progetto del fotografo Cameron-James Wilson. Lui stesso ha menzionato in diverse interviste che non ha mai avuto intenzione di ingannare i follower, e Shudu era inizialmente un progetto artistico che puntava a valorizzare la forza e bellezza delle donne di colore. L’ispirazione per creare l’immagine è arrivata da una Barbie chiamata Principessa del Sud Africa, così come da modelle e attrici famose come Alek Wek e Duckie Thot.
Dopo aver realizzato quanto era popolare Shudu e come stava influenzando le persone sui social media, Wilson ha deciso di svelare la sua identità ed essere totalmente onesto verso i follower annunciando che non si trattava di una persona reale.
Il profile di Shudu dichiara che si tratta della prima modella digitale, ma non è esattamente così. La prima e più popolare Modella digitale è Miquela – @lilmiquela, con un numero di follower oltre il milione e spesso vista ad indossare Prada, Chanel, Supreme, Vans e oltre brand illustri. Miquela ha persino un singolo denominato Not mine, diventato molto popolare su Spotify.
In alcune foto sembra molto reale e può essere facilmente scambiata per una modella le cui immagini sono state photoshoppate. In altre immagini, Miquela appare senza dubbio artificiale, motive per cui i dibattiti sulla sua personalità continueranno sempre ad apparire di tanto in tanto.
Le aspettative continuano a crescere con l’incertezza. Nel marzo 2018, un giornalista della BBC ha comunicato con Miquela via e-mail. Insieme a lei, hanno preso parte all’intervista anche rappresentanti dell’azienda Brud. La compagnia si occupa di “intelligenza artificiale, robotica, e problematiche relative ad app mediatiche”. Le risposte sono state vaghe su molte domande e non hanno rivelato alcun dettaglio, ma apparentemente i fan più accaniti non si sono preoccupati. Per i suoi follower è più importante quali idee ed azioni sono dietro di lei: dà ispirazione e li migliora, e questa è la cosa più importante. Molto spesso i nomi di organizzazioni sociali (come Black Lives Matter e Black Girls Code) possono essere viste sul profilo e nel feed di Miquela.
La popolarità arriva insieme alla responsabilità. Il creatore di Shudu, come uomo bianco, è incolpato per aver creato una “bambola nera”. Un autore del New York Times considera Miquela un esempio di oggettivazione morbosa delle donne e della cultura fembot crescente nei social media.
Comunque sia, la carriera di ambedue le modelle cresce in modo incredibilmente veloce. Così, rappresentanti dell’industria della moda contattano spesso il creatore di Shudu per offrirgli cooperazione (lui stesso non ha ancora deciso se vorrà lucrarci sopra o meno). E Miquela ha sponsorizzato la collezione Prada autunnale, nonostante di norma siano modelle reali ad occuparsi di brand così famosi.
Si potrebbe contestare il fatto che, non essendo reali, tutto questo abbia poca importanza. Ma se anche il resto delle celebrità dei social media non fossero reali e fossero solo proiezioni virtuali di sé stesse? Che Shudu e Miquela rappresentino il futuro?